Anche quest’anno Ubi e Pami, i nostri carissimi amici Cingolani, ci hanno invitato a mangiare la fava a casa loro. La “Favata” è il raduno dei colleghi (ed ex, ahimè!) dello storico team Campetella, diventato ormai una tradizione consolidata delle ultime domeniche di maggio e una buona scusa per mangiare fave fresche dell’orto accompagnate a salumi home-made del nostro Capo e un pecorino fresco opera di un contadino locale a cui bisognerebbe fare una statua…
La favata non sarebbe tale se, perciò, non ci fossero questi elementi: la fava fresca (chiaramente!), i salumi di Eros (d’obbligo) e la crescia di Lu. La sua crescia (impasto del pane con aggiunta di strutto) è simile alla piada ma mooooooooooooolto più buona perché più cicciotta, unta al punto giusto ma soprattutto cotta nel forno a legna. Mi sa che non c’è bisogno che vi dica che bontà è la crescia spaccata con dentro pecorino e ciauscolo/culatello/lonzino/prosciutto vero?!?!
La crescia merita un post a parte che farò non appena Lu, anche detta Nonna Lu, mi farà avere la ricetta (a dire la verità gliela chiedo ogni anno ma poi mi scoraggio perché penso che non avendo il forno a legna non potrà venirmi mai buona come la sua!). Magari quest’anno è la volta buona e ve la riprodurrò in versione “griglia di casa”…
Il mio compito, come ogni anno, è quello di fare una torta.
In passato avevo portato questa e quest’anno è toccata alla Carrot Cake che, a dire il vero, con la fava non c’entra molto se non il verde del ciuffetto delle carotine che richiama il verde della fava… (cmq, tanto per essere precisa, ho creato qualche mini-baccello con la pasta da zucchero e l’ho messo al centro della torta). Erano anni che non mangiavo una Carrot Cake come si deve (dai miei London Days) e questa ricetta mi ha davvero soddisfatto. L’ho presa da un libricino avuto in regalo da Monica, ex-collega ed amica che, ben sapendo della mia passione culinaria, mi ha omaggiato di un piccolo book con dolci tutt di impostazione anglosassone: regalo doppiamente gradito!
Il frosting, ovvero la glassa, è una chicca e, secondo me, dà al dolce un tocco in più. E’ ovvio che si potrebbe anche omettere, se proprio volete essere ligi alla dieta, ma mi sentirei di consigliarvi un pezzetto magari più piccolo ma come si deve e con tutti i “crismi” (oppure un pezzo più grosso seguìto da una passeggiata a passo veloce per smaltire… )
INGREDIENTI
200gr di zucchero grezzo di canna chiaro (io 150gr + 50gr di Muscovado o mascobado)
240ml di olio di semi
3 uova
Scorza grattugiata di un’arancia
1 cucchiaino di cannella macinata
½ cucchiaino di zenzero macinato
230gr di farina con lievito
2 grandi carote, grattugiate
90gr di noci spezzettate
Per la glassa
200gr di formaggio cremoso tipo Philadelphia
Succo di ½ limone
90gr di zucchero a velo, setacciato
PROCEDIMENTO
In una ciotola mescolare le uova con lo zucchero e l’olio montando bene il composto fino a che sarà più chiaro e gonfio.
Unire, mescolando, la scorza d’arancia e le spezie. Setacciare la farina auto-lievitante sopra l’impasto ed amalgamare con cura. Incorporare le carote grattugiate e le noci.
Versare il composto in una tortiera di 22-24cm di diametro, precedentemente oleata e rivestita con carta da forno e cuocere in forno pre-riscaldato a 180°C per circa 45-50 minuti (fare la prova stecchino per verificare la cottura).
Sformare il dolce e farlo freddare su una gratella.
Per la glassa sbattere in una ciotola il formaggio con il succo del limone e lo zucchero a velo setacciato fino ad avere un frosting cremoso e facilmente “spalmabile”. Basteranno davvero pochi minuti. Aggiustare il sapore eventualmente aggiungendo zucchero o succo di limone per creare una glassa che non sia troppo stucchevole.
A me piace mettere la copertura solo sopra, lasciando i lati liberi, e decorando con mini-carrots fatte con pasta di zucchero colorata o marzapane. Se non volete fare le mini carote potrete mettere sopra la glassa dei pezzetti di noce o qualche ricciolo di carota.
Enjoy!
Marti xx
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