Sin da bambina, a casa dei miei genitori la Pasqua è stata sempre sinonimo di due ricette, una dolce e una salata: la Pizza Dolce e la Pizza di Formaggio (questa la versione veloce senza lievito di birra e questa quella tradizionale).
Io e mia sorella, golose soprattutto della versione dolce, la prima cosa che facevamo sparire era la glassa bianca fatta di albumi, zucchero e codine colorate… Lo so, che le codine colorate fanno tanto retrò e poco chic, ma posso dire chissenefrega? Se una cosa è buona, è buona e basta. Anche con le codine colorate anni ’70… E poi ho già detto che questa ricetta è un dolce della Tradizione (e non a caso uso la “T” e non la “t”) e perciò va fatta rispettando rigorosamente la ricetta originale!
Questo dolce è tipico delle Marche ma è popolare un po’ in tutto il centro Italia, anche con altri nomi e qualche variante negli aromi (cannella, semi di finocchio, alchermes ecc).
Questa è la nostra ricetta che ho rivisitato abbinando un procedimento per il lievitino che ho imparato dal grande Maestro Luigi (di cui ho parlato anche qui).
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Gustate in ottima compagnia e… Buona Pasqua!
Marti x
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